WEBINAR SINLOC – LA TRANSIZIONE DIGITALE E GLI SQUILIBRI DELLE AREE URBANE ED INTERNE

By Sinloc SpA 19 Luglio 2021
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Padova, 15 luglio 2021 – Nel webinar Sinloc al centro del dibattito infrastrutture, competenze, investimenti e crollo demografico

La transizione digitale e gli impatti sulla competitività e gli equilibri socioeconomici delle aree urbane e interne. Questo il tema del convegno on line organizzato da Sinloc, che ha visto protagonisti relatori che ricoprono posizioni di vertice in grandi istituzioni italiane ed europee: Eugenio Leanza e Laura Piovesan, senior manager della BEI; Fabrizio Balassone, Capo Struttura Economica della Banca d’Italia; Gian Carlo Blangiardo, Presidente ISTAT; Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo e Marco Doglio, AD di CDP SGR.

IL convegno ha evidenziato come la rivoluzione tecnologica, caratterizzata dalla trasformazione digitale, stia radicalmente trasformando i punti di riferimento per vincere la sfida dello sviluppo, sia a livello globale che locale. In questo scenario, tutti gli interventi hanno trovato quattro punti di convergenza: diminuzione della popolazione; necessità di adeguamento delle infrastrutture, digitali e non; competenze da migliorare; urgenza di investimenti.

Sul primo e terzo punto l’intervento di Fabrizio Balassone (Banca d’Italia) è stato particolarmente d’impatto, con una previsione di diminuzione della forza lavoro di 5,5 milioni di persone in un ventennio e le competenze degli studenti italiani agli ultimi posti in Europa (classifica OCSE), con il dato drammatico di una bassa quota (solo il 38%) di popolazione – nella fascia 16/24 anni – con competenze digitali superiori a quelle di base, contro, per esempio, il 68% della Spagna. Un dato che dimostra l’arretratezza del Paese anche in un ambito che dovrebbe vedere i giovani primeggiare.

Sul decremento della popolazione si è soffermato anche Gian Carlo Blangiardo (Istat), che ha fatto notare come all’invecchiamento della popolazione, in atto da decenni, si è affiancato un saldo naturale sempre più negativo. Quest’ultimo, non più compensato adeguatamente dall’apporto migratorio, ha determinato un significativo calo del numero di abitanti tanto che, nell’arco di sette anni, mancano all’appello oltre un milione di residenti, di cui quasi 400 mila persi nel solo 2020. “Un dato – ha sottolineato Blangiardo – che significa che è come se avessimo perso ogni giorno dell’anno un comune di mille abitanti”. Anche perché nel 2020 – a causa del Covid19 – si è registrata la mortalità più alta dal secondo dopoguerra. Un anno in cui si sono dimezzati i matrimoni e le nascite sono diminuite ancora del 4% circa. Al Paese che invecchia corrisponde un alto indice di dipendenza, con una quota di pensioni da pagare che esploderà da qui alla metà del secolo ed un ulteriore aggravamento della situazione delle aree interne, se non verranno attivati interventi adeguati di rilancio e recupero della loro competitività e attrattività”.

La necessità di adeguamento delle infrastrutture riguarda sia quelle ferroviarie, elettriche e per lo smaltimento dei rifiuti, con particolare riguardo al divario nord sud, che quelle digitali, dove appare grave l’arretratezza nell’uso delle tecnologie digitali da parte delle imprese e della pubblica amministrazione, con particolare evidenza nelle regioni del centro sud. “Digitalizzazione che, peraltro – ha sottolineato Giovanni Fosti (Cariplo) – rischia di creare maggiori squilibri socioeconomici sia tra aree urbane e interne che all’interno di esse. Perché nelle aree interne una mancata digitalizzazione potrebbe aumentare marginalizzazione e diseguaglianza. Nelle aree urbane, invece diseguaglianza digitale significa esclusione relazionale e di apprendimento”. Come la didattica a distanza ha drammaticamente dimostrato. In tale contesto appare strategico, soprattutto da parte delle Fondazioni, continuare a investire nel capitale umano.

Infine, l’urgenza degli investimenti, che rischiano di essere frenati dall’inadeguatezza della Pubblica Amministrazione, per qualità, tempi e capacità di spesa in fondo alle classifiche europee. “Ma gli investimenti – ha sottolineato Eugenio Leanza (BEI) – sono l’unica leva che può combinare transizione digitale e transizione ecologica, riorganizzare gli spazi sociali e introdurre anche in Italia le “Cyber-technologies”, che potranno produrre impatti su competitività e creazione di valore nei territori”.

Sono intervenuti al webinar anche Laura Piovesan e Marco Doglio. La prima, Direttore Dipartimento Innovazione e Competitività BEI, ha sottolineato come il digitale: “Può sostenere la transizione ecologica e climatica; un tema importante per la BEI che intende raggiungere entro il 2025 l’obiettivo di dedicare il 50% dei finanziamenti a favore del clima e dell’ambiente”. Il secondo, Chief Real Estate di Cassa Depositi e Prestiti, che si è soffermato in particolare sui temi riguardanti i centri urbani e la rigenerazione urbana, con un excursus sul grande investimento sviluppato in questi anni da CDP sul Fondo Investimenti per l’Abitare (FIA)  che in dieci anni ha attivato sui territori oltre 3 miliardi di risorse e si è dimostrato un’iniziativa di successo di portata mondiale. La nuova iniziativa che CDP intende promuovere, il Fondo Nazionale per l’Abitare Sostenibile intende guardare all’intero ciclo di vita dell’abitare, utilizzando molto di più le tecnologie digitali per la gestione amministrativa e sociale delle realizzazioni.

Infine, nel suo intervento Antonio Rigon, amministratore delegato di Sinloc, ha sottolineato come le sfide poste dalle grandi trasformazioni in atto impongano, oggi ancor più di ieri, un radicale ripensamento delle modalità con cui sono utilizzate le risorse pubbliche che deriveranno dai Fondi Europei: “L’innovazione tecnologica sta strutturalmente cambiando i parametri su cui si basano i punti di forza e debolezza dei territori, siano essi grandi aree urbane o aree interne. Cambiano i parametri, ma la competizione per attrarre capitale umano e finanziario rimarrà molto forte e determinante per la resilienza e lo sviluppo dei singoli territori. Il PNRR offre potenzialmente a queste aree del Paese grandi opportunità per rispondere alle sfide del nuovo scenario, ma la disponibilità finanziaria, purtroppo, non basta, se non accompagnata da progetti ben caratterizzati, organici e sostenibili e da un efficace capacità realizzativa. Solo l’integrazione organica tra risorse, progetti e realizzazioni può portare il PNRR ad un successo che vada al di là delle grandi opere e si diffonda negli interventi tipici che riguardano i tessuti urbani, le periferie e le aree interne. In questo ambito ci sono tre strumenti che hanno dimostrato di funzionare con efficacia a livello Europeo e anche Italiano: gli strumenti finanziari come i Fondi Jessica della BEI o i Fondi di Housing Sociale promossi da CDP e Fondazioni; la finanza di progetto e le piattaforme di assistenza tecnica, anch’esse, come succede nei grandi progetti comunitari, aperte a piattaforme di partenariato.

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